Livemmo: il Carnevale è salvato a colpi di pala!
Il paese si mobilita per pulire la piazza centrale
Doveva essere il grande spettacolo dell´inverno e così è stato; alla faccia della nevicata che ha lasciato una coltre di 30 centimetri sul paese e sui dintorni: il Carnevale di Livemmo 2015 è stato salvato dall’operosità della comunità che con braccia e pala è riuscita a liberare gli spazi necessari alla festa.
Nonostante le previsioni (rispettate) dicessero che quella di ieri sarebbe stata una splendida giornata di Sole, tutto faceva pensare che la Vecia del Val e l´Omasì del Zerlo, le due maschere principali della tradizione livemmese, avrebbero dovuto rimandare la loro uscita in piazza a domenica prossima. Invece la cancellazione dell’evento più importante della Valsabbia dopo quello di Bagolino è stata scongiurata a partire da sabato pomeriggio, quando si è messa in moto l´operazione «salviamo la tradizione».
In poche ore decine di persone hanno eliminato tutta la neve che avrebbe creato intralcio alla manifestazione, e ieri, puntuali, alle 14.30 le tradizionali «matulade» hanno preso il via nella piazza principale di Livemmo, e i balli sono proseguiti per due ore a un ritmo forsennato, fino allo sfinimento dei ballerini.
In scena, oltre a tante rappresentazioni della Vecia del Val e dell´Omasì del Zerlo, elementi etnografici unici che raffigurano la riscossa di chi nel passato era sottomesso (la donna all’uomo, l´allevatore al contadino), anche il Doppio o uomo bifronte: una maschera che riproduce viso e vestiti identici sulle due «facciate» del corpo e che indossa i tradizionali sgalber (gli zoccoli chiusi) in modo da non far capire, quando cammina, se procede in avanti o all’indietro. Un efficace affresco dello sgomento del mondo agricolo di fronte al «progresso» del secondo Novecento.
Massimo Pasinetti
Bresciaoggi, 9 febbraio 2015