Lo spopolamento di Pertica Bassa si sconfigge con i servizi
Lo spopolamento è un fenomeno difficile da combattere se in un’area periferica come quella di Pertica Bassa mancano servizi e spazi di aggregazione. Ecco perché la rinascita della valle di Pertica Bassa passa anche da una osteria.
Un tempo i paesi erano pieni di questi spazi di incontro; poi i tempi sono cambiati. Ma a Pertica Bassa, una realtà territoriale suddivisa nei quattro borghi di Forno d’Ono, Levrange, Ono Degno e Avenone che insieme contano circa 700 abitanti, la primavera ha portato l’inaugurazione dell’osteria «La Meridiana», realizzata in un edificio del 1850 e gestita da Ada Dusi di Forno d’Ono e da Franca Bonomini, che invece è di Livemmo di Pertica Alta, dove faceva la ristoratrice.
«Ci troviamo in un punto strategico, a due passi dal Comune e dall’ufficio postale, e offriamo un ristorante tradizionale e territoriale. L’origine di questa decisione controcorrente? Abbiamo deciso di rimetterci in gioco con qualcosa che è nuovo ma che ripercorre la tradizione» – sottolinea Ada.
Gli altri servizi nel territorio di Pertica Bassa
Va detto poi che il rilancio di questo spicchio di Valsabbia è sostenuto anche dall’apertura, sempre primaverile, del bed&breakfast «Il Giardino degli Elfi» di Sofia Bonomini, mentre già dallo scorso anno all’Acqua Bianca, appena fuori paese, è arrivata una troticoltura con annessa riserva di pesca e agriturismo.
E da alcuni anni Pertica Bassa conta pure su una bottega riaperta da una ragazza 25enne del posto, e per finire offre il proprio servizio anche la pizzeria «La Bussola».
Tanti piccoli segnali di un ritorno sulla scena in particolare di Forno d’Ono, il borgo sede dell’amministrazione che oggi conta solo un centinaio di abitanti. «Gli sforzi turistico-sportivi che il Comune ha messo in atto da alcuni anni – commenta soddisfatto il sindaco Manuel Nicola Bacchetti – manifestano ora i loro effetti: se attrai gente crei lavoro per la nostra comunità. Per questo serve conservare ciò che abbiamo, ma dobbiamo anche aggiungere tutto ciò che è possibile. È importante far capire alla gente che il nostro territorio, sfruttato in modo adeguato e compatibile, può darci da vivere senza dover per forza emigrare, come è avvenuto negli ultimi 130 anni, fino a dimezzare la popolazione». Magari anche grazie alla banda ultralarga che sta per arrivare.
BresciaOggi, 20 maggio 2015