1959-2003: Levrange non ha più «sfollati»
Dopo 44 anni diventano proprietari delle case dello Stato
Nei giorni del 60° anniversario del crollo del vecchio paese di Levrange, ecco di seguito l’ultimo atto che mise dopo oltre 40 anni la parola fine a quei tragici momenti del dicembre 1959.
BresciaOggi, 24 settembre 2003
Sono trascorsi ben 44 anni dalla frana che rase al suolo la vecchia Levrange di Pertica Bassa, e solo ora, finalmente, si potrà procedere all’assegnazione delle case del Demanio.
Una storia, questa, iniziata nel dicembre del 1959, quando le case del paese originario iniziarono a crollare sotto i colpi della frana che costrinse tutti gli abitanti a fuggire. Venne istituito lo stato di calamità, e l’ordinanza del sindaco impose lo sgombero dell’intero abitato.
«Il paese – ricordano i testimoni del disastro di allora – venne trasferito poco lontano, in una zona sicura, su terreno roccioso e non più interessato dal movimento franoso. Lo spostamento si rese possibile grazie a un decreto del ministero dei Lavori Pubblici, che incluse Levrange tra gli abitati da trasferire a cura e a spese dello Stato».
In base poi alla legge sugli «interventi d’urgenza per i senza tetto», nel 1962 lo Stato stanziò 149 milioni di vecchie lire per la costruzione di ricoveri provvisori in legno: il Comune espropriò a prezzo equo l’area su roccia individuata dai geologi per la costruzione di 72 ricoveri provvisori a cura dello Stato, al quale la cedette poi a titolo gratuito. Ma visto che i 149 milioni erano sufficienti per la costruzione di case in muratura (anziché in legno), si chiese al governo di modificare il provvedimento. Il Demanio disse sì, ferma restando la sua proprietà dei nuovi alloggi, mentre il terreno circostante rimase di proprietà comunale.
Le cose restarono in questi termini a lungo. Gli inquilini erano assegnatari e non pagavano l’affitto. Ma a un certo punto chiesero al Municipio la concessione per ingrandire la casa, e l’amministrazione cedette i terreni circostanti a prezzo concordato. Conseguentemente gli assegnatari si ritrovarono proprietari degli ampliamenti, e chiesero sempre al Comune di poter diventare proprietari anche della parte demaniale delle case. Ma per cedere i muri lo Stato chiedeva un pagamento.
«Gli assegnatari – ricordano in Municipio – si rifiutarono, dal momento che le case erano state costruite per calamità, e il pagamento non era dovuto». Nacque così un contenzioso tra inquilini e Demanio (che chiedeva anche il pagamento degli affitti pregressi), con il Comune di Pertica Bassa a fare da intermediario. Un contenzioso proseguito fino a pochi giorni fa, quando finalmente è arrivata la soluzione.
«Con la firma dell’atto da parte dell’Agenzia del demanio e del sottoscritto – spiega il sindaco di Pertica Bassa Luigi Ghidinelli – i 57 alloggi costruiti a Levrange nel 1962 sono stati ceduti gratuitamente al Comune, che li girerà sempre gratuitamente agli assegnatari di allora, legittimi proprietari. Con orgoglio possiamo dire che la vicenda è conclusa, e che si è resa giustizia alla gente di Levrange».
Un epilogo atteso da oltre 40 anni, che ora fa scattare la nomina da parte del Comune di un assessore esterno, residente proprio a Levrange, che sarà delegato a seguire la vicenda delle case. Verrà anche attivata una commissione comunale per l’assegnazione degli stessi alloggi: dagli anni ’80 viene creata a ogni tornata elettorale, ma finora non si era mai riunita, e si occuperà appunto dell’assegnazione degli edifici a chi ne ha diritto, perché assegnatari nel 1962.
È stato un percorso lunghissimo e snervante, segnato da momenti di delusione e incertezza, ma che oggi si conclude finalmente con la soddisfazione dei diretti interessati, e con il primo atto di cessione gratuita mai firmato dal Demanio in provincia di Brescia.
«Ora agli assegnatari spetterà affrontare le spese prima dell’accatastamento degli alloggi, e poi della sottoscrizione dell’atto di proprietà. Subito dopo – concludono in Municipio – le 57 abitazioni realizzate dallo Stato nel 1962 per gli sfollati del dopo frana diventeranno a tutti gli effetti di proprietà di chi 44 anni fa fu colpito dal disastro».
Massimo Pasinetti