Le famiglie di Pertica Alta
È il paese degli Òrbi, dei Péli, dei Ministri, dei Gioàgn Gras e delle sorelle Dardanèle
La tradizione dei modi di dire di Pertica Alta è ricca, come abbonda di leggende e di proverbi, ma anche di soprannomi pittoreschi con i quali poter distinguere i vari rami delle numerose famiglie che portano lo stesso cognome.
Gli abitanti
Poiché numerosi sono anche i centri e le frazioni che costituiscono il comune, cominciamo con il riferire i nomignoli che sono stati attribuiti agli abitanti dei vari nuclei abitati. Ebbene ci sono gli Àdegn da Naóo (gli asini di Navono), i Bocane da Löèm, Söpelète da Prat o anche gli Hendraröi o Sciense di Belprato, i Martorèi da Ùden (le donne, forse per la forma che acquisivano stando sempre ricurve nei quotidiani lavori campestri, erano chiamate le Virgule); ci sono poi i Bušiader di Lavino ed i Còrf da Nóf
Le famiglie a Noffo
Ed è appunto da Noffo che inizia il nostro viaggio nei soprannomi famigliari. Uno dei cognomi più diffusi è quello dei Vivenzi che sono suddivisi in tanti rami: ci sono i Pipi e i Tachì (da ricordare anche Giacomo detto Punta); vi sono poi i Mutèle ed i Cahulì e, infine, i Mulinér, cosiddetti per l’attività molitoria svolta dalla famiglia fino a poco prima degli anni Trenta. A questa famiglia appartiene la Pipa, la signora Orsola, loquace e simpatica «gestora» del bar Mauro.
Seguono i Flògn (Omodei) e i Menególe (Quistini); di quest’ultima famiglia si ricorda Giuseppe detto Gepòt.
Le famiglie a Lavino e Navono
C’è quasi un solo cognome a Lavino ed è quello dei Vivenzi, che sono suddivisi tra i Ciàrech, i Caù ed i Cürièle.
Lo stesso fenomeno avviene anche a Navono dove spopolano i Quistini detti i Tibarèi, i Clemènc’ e i Luigiònch; i Carlensoli sono conosciuti come i Calefórnia, soprannome mutuato dal nome della nazione verso la quale emigrarono.
Le famiglie a Odeno
Odeno non fa eccezione; si possono ricordare le numerose famiglie Castelli suddivise tra i Bónc’, i Pichèc’, i Pèle, i Vichi e i Ministri. Ci sono anche, sempre Castelli, gli Òmie i Carlì en la Còia; a proposito di Còia, bisogna ricordare che era una signora, così soprannominata perché proveniente da Collio.L’altra diffusa famiglia è quella dei Brescianini, che si dirama nei Bóngher, nei Buscù, nei Boscarèi, nei Baldì de hura e nei Baldì de hót.
Le famiglie a Livemmo
Molto più articolata la situazione di Livemmo, dove la popolazione è più numerosa. Cominciamo con il ceppo dei Piccini, suddiviso nei rami dei Giàgn, delle sorelle Dardanèle, dei Cunc’ (apparteneva a questo ramo Carlo, detto èl Cuntì) e gli Òrbi, così denominati perché il nonno, in seguito ad un incidente, aveva perso un occhio).
Cugini degli Òrbi sono i Péli; anch’essi presero il soprannome dal capostipite che gestiva un’osteria ed era detto al Pélo.
Passiamo ai Turrini: ci sono i Bòp, i Camplani, i Haréše detti anche i Mès hàch («Mezzo sacco», dal vecchio Andrea), i Chicàri (si ricorda ancora Angelo, che era stato in America), i Siòr-Àngei (ci sarà stato senz’altro un altro signor Angelo), i Péi e i Carli.
Di Bonomini ce ne sono a bizzeffe; si ricordano i Tutù (una figlia, illis temporibus, gestiva un bar) e i Pinardi, i Carinì e i Carinù, i Rós, i Cominèc’, i Taparèi (erano calzolai) e i Pierolèti.
I Turri Zanoni rispondono ai soprannomi dei Delüci, dei Móri e dei Prendai, il cui appellativo dipende dal fatto che la mamma proveniva da Prandaglio della Valle Sabbia; si devono ricordare anche gli Spine, così soprannominati perché facevano i rastrelli e questi attrezzi agricoli hanno i «denti» (spine in dialetto), costruiti in legno duro di pero corvino. I Turri Tosi sono detti, invece, i Mišànc’.
Ai Meschini erano attribuiti i soprannomi dei Mistri, dei Campér e dei Camperì. Gli Zanolini sono rintracciabili nei Bertolane, nei Preciši e nei Gioàgn Gras.
Gian Battista Muzzi
BresciaOggi, 8 febbraio 2006
Molto strano che parlando di LIVEMMO non si faccia cenno anche ai BRESCIANINI, mi sembrava fosse un cognome di questa contrada; a Gussago, un tempo, vi erano alcune ragazze di Livemmo dal cognome Brescianini maritate a gussaghesi: Venturelli, Spini ed Ungaro.
Beh, storicamente i Brescianini provengono dalla frazione di Odeno. Ovviamente poi ci possono essere alcune eccezioni, come quelle che ha riscontrato lei. 😊