La parrocchiale di Santa Maria Assunta a Forno d’Ono
Di antica origine e legata alle fortune del forno, l’attuale chiesa poggia su una preesistente cappella citata negli elenchi capitolari del 1349 come “Cappella Sanctae Mariae dotata per Tomasinum de Bacchis in Terra de Furno Honi” e dipendente da quella di Ono, dipendenza che venne meno nel 1500.
Il polittico della Vergine affrescato, bellissimo, venuto alla luce nel 1982 e riferibile al 1400, periodo in cui si ampliò la cappella successivamente modificata (1612) con globali interventi murari, è un segno sì devozionale, ma anche e soprattutto di ricchezza dei cosiddetti “nobili rurali”, imprenditori riconosciuti con un apposito e speciale albo dalla Serenissima Repubblica di Venezia.
L’affresco della “Maestà” mariana fu poi coperto, date le scelte artistiche del tempo, da una tela (“l’Assunzione”) eseguita dal pittore Nicolò Allegri di Salò, nel 1656, quattro anni dopo l’inaugurazione della nuova incompleta chiesa, che si portò a termine solo nel 1736 con la sacrestia attuale.
Un esterno barocco e un interno impreziosito, con opere di buona fattura cromatica, come, ad esempio, “l’incoronazione della Vergine” (sulla volta del presbiterio) e “gli evangelisti” (sulla volta della navata).
L’ancona eseguita da Francesco Richiedei è barocca, tale da farsi piacere, mentre il ciborio ligneo, con le statuette dei SS. Pietro e Paolo, (sostitutivo di quello cinquecentesco) è opera di Giovan Battista Boscaì e da Giovan Battista Bonomi (1752).
I due depositi delle reliquie sono del 1766, iniziati da Giovan Pietro Bonomi (1709) e terminati da Giovan Battista Boscaì.
Questi ultimi artisti hanno sostanzialmente impreziosito, con le loro opere, un po’ tutto l’edificio (altar maggiore ligneo, ancona della Madonna del Rosario, i “depositi all’altare di S. Antonio”, attuale altare della Madonna, ecc.).
L’organo, ristrutturato nel 1774, opera pregevole della famiglia organara dei Bolognini, fu rifatto nel 1909.
Cassa e cantoria sono opera di Giovan Battista Bonomi (1771).
Da rilevare l’eleganza del pulpito, di intarsio ligneo, come anche il coro, sempre ligneo e legato alle caratteristiche operative dei Bonomi di Avenone.
Sempre sull’intaglio ligneo valsabbino, si potrà notare l’elegante dovizia apportata nello scolpire la Vergine Assunta del ciborio dell’altar maggiore, opera di Giovan Battista Boscaì.