L’Albergo Prealpi
Quando a Livemmo salivano a villeggiare politici di spicco e personalità della cultura bresciana
La panoramica piazza all’entrata dell’abitato di Livemmo è dedicata al cav. Angelo Piccini (Livemmo 1859, Nozza 1929) che, oltre ad essere stato valente segretario comunale, all’inizio del 1900 anticipò la vocazione turistica delle nostre montagne con una iniziativa straordinaria per quel tempo ed in quella situazione geografica e logistica.
Angelo era pienamente convinto che la posizione di Livemmo si prestasse veramente ad un progetto di sviluppo turistico. L’amena posizione del paese, balcone aperto a suggestivo panorama, poteva offrire ai villeggianti, oltre che un’aria salubre e riposante soggiorno, belle gite nelle vicine pinete e sui monti circostanti.
Si rese conto però che si rendeva indispensabile la costruzione di una nuova strada carrozzabile che da Nozza, attraverso Belprato, raggiungesse Livemmo e, con molta abilità, riuscì a far approvare un primo progetto.
Nel frattempo, convinto che la strada sarebbe giunta presto, fece costruire l’albergo che denominò “Prealpi”, in una delle più ridenti posizioni di Livemmo.
La costruzione fu concepita secondo le più moderne esigenze di quel tempo: sale e camere spaziose, bagni, servizi, con un’attrezzatissima cucina seguita con occhio vigile dalla moglie, la signora Luigia, con illuminazione a gas, cosa veramente ardita per quei tempi, nella Pertica.
Dalle ampie terrazze poi gli ospiti potevano contemplare distese di verdi prati, l’antica chiesa di Barbaine, più in lontananza la “Conca d’Oro”, la “Corna di Savallo” ed i bellissimi tramonti sul “monte Guglielmo”, così cari al pittore Edoardo Togni che ha immortalato le emozioni coloristiche sulle tele.
Nel 1904 l’albergo ospitava già numerosi villeggianti.
In quegli anni Livemmo divenne la “piccola capitale estiva culturale” della Valle Sabbia.
I personaggi noti dell’epoca che sono stati ospiti dell’Albergo Prealpi a Livemmo
L’”Album dei visitatori” dell’albergo che va dal 1904 al 1927, gelosamente conservato dalla famiglia, contiene interessantissime annotazioni (ringraziamenti, elogi, poesie, disegni satirici con dediche, ecc…) di personalità politiche e culturali attratte al “Prealpi” dal Piccini che coltivava numerose amicizie e dalla gentilezza della moglie.
Al “Prealpi” si univano la cortesia, la qualità del cibo proposto e le occasioni culturali e di intrattenimento. Sfogliando l’”Album” si incontrano numerose sorprese.
Su una pagina dell’agosto 1905 si legge la seguente dedica:
«Coi più vivi ringraziamenti alla famiglia Piccini per l’ospitalità affettuosa e gentile
Livemmo dal 15 luglio al 10 agosto 1905
Amalia Molmenti Brunati – Pompeo Molmenti».
Pompeo Molmenti (Venezia 1852, Roma 1928) fu studioso di notevole spessore, specialmente della sua Venezia che tratteggiò nell’importante opera “La storia di Venezia nella vita privata” edita in tre volumi nel 1880.
Avendo sposato Amalia Brunati di distinta e ricca famiglia di Salò, finì col risiedere sempre più a lungo nella loro splendida villa di Moniga, dove gestì anche una fiorente azienda agricola, producendo, a quanto sembra anche dalle ultime ricerche, per primo il Chiaretto.
Più volte Deputato e poi Senatore del Regno, nel 1919 ricoprì l’incarico di Sottosegretario per le antichità e le belle arti.
Moderato in politica, ebbe ampie visioni sociali. Volle essere sepolto nella sua Venezia e lasciò la villa di Moniga con ampi possedimenti all’Ospedale di Salò.
Su un’altra pagina, datata 11 e 12 agosto, sempre del 1905, sono poste le firme di due personalità politiche emergenti nel panorama bresciano.
Il riferimento è all’avv. Luigi Bazoli e al dott. Giorgio Montini, saliti probabilmente a Livemmo ospiti dell’on. Molmenti.
Giorgio Montini (Brescia 1860 – 1943), laureato in Legge, fu attivissimo nella vita pubblica bresciana e guidò in modo sapiente e concreto la riscossa dei cattolici in politica, che sconfissero in campo amministrativo i liberali zanardelliani.
Deputato al Parlamento nazionale dal 1919 al 1926, fu uno dei perni più solidi del mondo cattolico bresciano, impegnato in una vasta rete di realizzazioni (giornali, istituzioni educative, di credito, caritative).
Rigorosamente antifascista, si ritirò dalle cariche pubbliche, continuando a lavorare nelle opere cattoliche. Il figlio, Giovan Battista, il grande papa Paolo VI, ebbe nel padre una palestra di valori.
L’avv. Luigi Bazoli (Desenzano 1866 – 1937) fu uno dei più significativi artefici della vittoria amministrativa del movimento cattolico a Brescia nel 1895 contro i liberali zanardelliani.
Deputato al Parlamento nazionale, fu pure uno dei fondatori del Partito Popolare a Brescia. Brillò per competenza, equilibrio e per le opere sociali intraprese.
Non mancarono nemmeno le visite di personalità più legate alla valle.
L’8 ottobre del 1905, accanto alla firma dell’ing. Giuliano Corniani, presidente della Deputazione Provinciale di Brescia, è posta quella di Angelo Passerini.
Di origine valsabbina, nato a Brescia nel 1853 e morto nel 1940, fu pure lui attivo esponente del movimento cattolico, punto di raccordo in valle per tutti i cattolici impegnati sul piano amministrativo. Legò il suo nome alla valle con la fondazione del “Ricovero Valsabbino di Nozza”. Venne nominato Senatore del Regno nel 1914.
Abbondante e di qualità fu anche la presenza delle personalità della cultura e dell’arte.
In data 12 maggio 1913 è riportata una poesia di Lina Polenghi Bertarelli (Brescia 1865 – Desenzano 1945). Poetessa assai versatile, impegnata anche nella narrativa, tra le altre opere, ne ha dedicate una al paese. E’ una piacevole raccolta di poesie uscite in un volume nel 1939 dal titolo «Livemmo».
La musica era “di casa” all’albergo “Prealpi”, ma anche nella famiglia Piccini che ha dato in questo campo notevoli personalità. Sull’”Album” sono riportate parecchie suonate composte per gli ospiti dell’albergo da Paolo Chimeri, una delle personalità musicali più poliedriche di Brescia.
Nato a Lonato nel 1852, morto a Brescia nel 1934, Paolo Chimeri fu fra i fondatori a Brescia della Società dei Concerti. Di lui rimangono memorabili le esecuzioni della “Resurrezione di Lazzaro” del Perosi e di un concerto di musiche del Bazzini.
La sua produzione edita riguarda quasi esclusivamente il pianoforte, ma assai vasta è la produzione inedita. Amico del poeta Angelo Canossi, insegnante di pianoforte al “Venturi”, fu una “voce” di spicco nel panorama musicale bresciano.
Sulle pagine non mancano gli “scherzi poetici” come l’”Inno dei lavoratori in riposo a Livemmo” del 1907, dedicato all’ozio vissuto con dedizione assoluta nella natura, di fronte ad una gustosa portata al ristorante dell’albergo “Prealpi”.
Questa “storia di ospitalità” è sicuramente ancora oggi un incentivo al coraggio e all’inventiva nel campo della ristorazione e del turismo in generale nella nostra zona con le sue bellezze “di nicchia”.
Alfredo Bonomi